venerdì 2 gennaio 2009

Jose Saramago (1922 -2010)
«E se le storie per bambini diventassero letture obbligatorie per i grandi? Sarebbero finalmente capaci di imparare davvero ciò che insegnano da tanto tempo?»
Iniziamo il nuovo anno con un doppio omaggio al poeta portoghese Jose Saramago premio Nobel per la Letteratura nel 1998. Pubblichiamo una parte del testo uscito in prima pagina su La Repubblica del 17 Giugno 2006 ed intitolato:
"Quel vecchio uomo che abbracciava gli alberi"
"Sono nipote di un uomo che, presentendo che la morte lo attendeva all' ospedale dove lo stavano portando, scese nell' orto e andò a dire addio agli alberi che aveva piantato e curato, piangendo e abbracciando ognuno di essi, come se di esseri amati si fosse trattato. Quell' uomo era un semplice pastore, un contadino analfabeta, non un intellettuale, non un artista, non una persona colta e sofisticata che decideva di lasciare questo mondo con un grande gesto che la posterità avrebbe ricordato. Si sarebbe detto che stava salutando ciò che fino a quel momento era stato di sua proprietà, ma di sua proprietà erano anche gli animali che gli davano da vivere e lui non andò da loro per salutarli. Si accomiatò dalla famiglia e dagli alberi come se per lui fosse stato tutto la sua famiglia. Questo episodio è accaduto, è reale, non è frutto della mia immaginazione. In tanti anni, non avevo mai sentito uscire dalla bocca di mio nonno parola alcuna sugli alberi in generale, e su quelli in particolare, che non fosse motivata da ragioni pratiche. Inoltre, non avrei potuto immaginare, nessuno avrebbe potuto immaginarlo, che l' ultima manifestazione cosciente della personalità del vecchio uomo avrebbe toccato la linea del sublime. Eppure accadde. Non saprò mai cosa mosse lo spirito di mio nonno in quell' ora estrema, cosa pensò e provò, quale chiamata urgente guidò i suoi passi insicuri fino agli alberi che lo aspettavano. Forse sapeva che gli alberi non possono muoversi, che sono legati alla terra dalle radici e che da queste non possono separarsi, se non per morire. Nel fondo del suo cuore, forse mio nonno sapeva, di un sapere misterioso, difficile da esprimere con le parole, che la vita della terra e degli alberi è una sola vita. Né possono gli alberi vivere senza la terra, né può la terra vivere senza gli alberi. Qualcuno afferma persino che gli unici abitanti naturali del Pianeta siano essi, gli alberi. Perché? Perché si nutrono direttamente dalla terra, perché l' afferrano con le loro radici e da essa sono afferrati. Terra e albero, ecco la simbiosi perfetta. Può darsi che qualcuno pensi che ci sia troppo lirismo in queste parole. è possibile, perché, così come la terra e gli alberi, il sentimento e la ragione vanno sempre uniti...Difendere gli alberi è difendere la Terra. Mio nonno lo sapeva e non sapeva né leggere né scrivere. Un vecchio analfabeta mi ha dato la migliore delle lezioni. Qui ve la offro, se la riterrete giusta e umana. Copyright José Saramago (traduzione di Guiomar Parada) -
L'articolo (qui potete leggere la versione integrale) è stato scritto in occasione del lancio della campagna di
Greenpeace "Libri Amici dei boschi " per promuovere l'uso della carta FSC.
Pubblichiamo inoltre un video di animazione in portoghese della durata di 10 minuti con la sua voce tratto dal suo racconto "Il più grande fiore del mondo" Un racconto per bambini/grandi dove gli alberi diventano fiori e i fiori alberi.
Il testo è pubblicato in Italia dalla Fanucci Editore


 

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