giovedì 12 febbraio 2009

Siamo diventati bipedi sugli alberi? Ci uniamo ai festeggiamenti per il bicentenario della nascita di Charles Darwin (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 – Londra, 19 aprile 1882) postando questo interessante articolo di Andrea Romano tratto dal suo blog
che presenta le ultime ricerche sulla possibilità che i nostri antenati , i primi ominidi, abbiano acquisito la loro capacità di camminare su due piedi proprio sui rami degli alberi prima di poterlo fare sulla terra. Un'ulteriore ragione per essere oggi amici degli alberi.
Bipedi sugli alberi
di Andrea Romano
Dall'osservazione degli orangutan alcuni ricercatori propongono una nuova ipotesi sull'evoluzione del bipedismo. L'andatura bipede si sarebbe sviluppata quando i nostri progenitori vivevano sugli alberi e non quando scesero per vivere nella savana. Partendo dall'osservazione dei movimenti degli orangutan (Pongo pygmaeus) nel loro ambiente naturale, le foreste dell'isola indonesiana di Sumatra, un gruppo di ricercatori della University of Birmingham e della University of Liverpool ha ipotizzato che le prime forme di bipedismo siano comparse nelle scimmie che vivevano sugli alberi circa tra 17 e 24 milioni di anni fa. La comparsa di questo comportamento che è risultato fondamentale per l'evoluzione della nostra specie andrebbe dunque anticipata a quando i nostri progenitori vivevano ancora nelle foreste e non, in accordo con l'ipotesi comunemente accettata, nella savana tra 4 e 8 milioni di anni or sono. Gli autori dell'articolo, pubblicato su Science, hanno analizzato più di 3.000 movimenti messi in atto dagli orangutan durante la loro vita arboricola, osservando che quando si trovano sui rami sottili, situati nella periferia degli alberi e su cui si raggruppano i frutti di cui si nutrono, utilizzano un sorta di bipedismo. Infatti, si reggono con gli arti anteriori ai rami superiori per camminare agilmente su quelli che si trovano più in basso. I nostri antenati che vivevano sugli alberi, essendo frugivori, potevano beneficiare di un simile comportamento che potrebbe aver portato, nel corso di milioni di anni, all'evoluzione dell'andatura bipede che ci contraddistingue. I ricercatori propongono che verso la fine del Miocene avvennero cambiamenti climatici che favorirono la formazione di un mosaico di foreste e praterie, a causa del quale i nostri antenati arboricoli furono costretti a scendere a terra abbandonando così le cime degli alberi. Alcuni si specializzarono alla vita al suolo migliorando il bipedismo acquisito precedentemente per la raccolta dei frutti, altri, i progenitori di scimpanzé e gorilla, continuarono ad essere legati agli alberi spostandosi dall'uno all'altro tramite un'andatura sulle nocche. Se fosse corretto che i primi ominidi scesero dagli alberi non camminando a quattro zampe, bensì già dotati della capacità di effettuare movimenti sui soli arti inferiori, dovrebbero essere modificati i criteri che stabiliscono le caratteristiche distintive degli ominidi rispetto alle scimmie. Il bipedismo, dunque, non si configurerebbe più come un attributo tipicamente umano. Questa visione è supportata da recenti studi che dimostrerebbero la vita forestale di molti nostri antenati bipedi, tra cui il famoso Australopitecus afarensis Lucy, che si riteneva vivessero nella savana.


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