martedì 12 gennaio 2010

Per chi l'ha vista e per chi non c'era...

Grant Wood "Parson Weem's fable" 1939 Amon Carter Museum Dallas

La treccia colorata.
Storie di botanici ed alberi.
Tre conferenze di Antimo Palumbo

Dopo essere stata vista e seguita con grande partecipazione di pubblico nella sua anteprima nazionale quest'estate nei giardini di Castel Sant'Angelo, in occasione della rassegna "Letture d'Estate lungo il fiume e tra gli alberi", ritorna presso la Biblioteca Casa del Parco Via della Pineta Sacchetti 78 " La Treccia colorata. Storie di botanici ed alberi," un ciclo di tre conferenze dedicate ai botanici e agli alberi condotta da Antimo Palumbo, Storico degli Alberi e Presidente dell'Associazione Adea amici degli alberi.

Questo il programma degli incontri
FILO BLU - Giovedì 21 Gennaio 2010
FILO ARANCIONE - Giovedì 28 Gennaio 2010
FILO GIALLO - Giovedì 4 Febbraio
ore 17.00 -18.30
Ingresso libero

John Torrey (1796- 1873)

La treccia colorata

“I botanici, spesso “seri signori accademici” o talvolta “spietati cacciatori di piante”.
In tre incontri, ognuno caratterizzato da un “filo colorato” che unisce la storia, le biografie e gli aneddoti di 58 botanici e 46 alberi, ripercorreremo insieme storie di : viaggi, vite vissute in povertà o ricchezza, amore e sentimento, avventure e disavventure, tutte accomunate dalla grande passione degli alberi.”

Biblioteca Casa del Parco




mercoledì 6 gennaio 2010

Gli alberi di noce di Nazim Hikmet
Postiamo due poesie di Nazım Hikmet (1901-1963) poeta turco naturalizzato polacco, dedicate con passione ed amore agli alberi di noce. Hikmet , nato a Salonicco da una famiglia turca, nel 1938 fu condannato a 28 anni e 4 mesi di prigione per le sue attività anti-naziste e anti-franchiste e per essersi opposto alla dittatura di Kemal Ataturk . Scontò 12 anni della sua pena in Anatolia, nel corso dei quali venne colpito da un primo infarto. Dopo il matrimonio, avvenuto dopo la sua liberazione nel 1950, con Münevver Andaç, traduttrice in lingua francese e in lingua polacca a cui dedicò diverse poesie, nel 1960 si sposò per la seconda volta con la giovane Vera Tuljakova. Morì il 3 giugno 1963 a Mosca, dove viveva, in seguito ad una crisi cardiaca, uscendo dalla porta della sua casa al numero 6 della via Pesciànaya.
L’Albero di noce
Schiuma su schiuma, la mia testa è una nuvola
Il mio interno esterno è un mare.
Io sono un albero di noce del parco Gulhane.
nodo su nodo, pezzo su pezzo un vecchio noce
ma né la polizia né tu lo sapete.
Io sono un albero di noce del parco Gulhane.
Le mie foglie brillano di uno scintillio
come un pesce nell’acqua.
Le mie foglie sono immacolate
come un fazzoletto di seta
strappale, o mia rosa, e asciuga
le lacrime dei tuoi occhi.
Le mie foglie sono le mie mani,
esattamente io ho centomila mani
e ti tocco con centomila mani, Istanbul.
Le mie foglie sono i miei occhi, e vedo con meraviglia
e ti guardo con centomila occhi, Istanbul.
Le mie foglie battono,
battono come centomila cuori.
Io sono un albero di noce del parco Gulhane
ma né la polizia né tu lo sapete.

Fiori femminili del noce (Juglans regia)

Storia del noce e di Yunus lo zoppo

Abbiamo qui un amico è del villaggio di Kareak nel Cerkesc. Vi sono cose nascoste in lui come nei grandi libri. Ha interesse per la gente istruita per le notizie della radio e per gli indovinelli. Il suo nome : Yunus. Accende il nostro fuoco e ci porta dell’acqua. Noi parliamo con lui degli alberi e dei giorni. “Verranno con certezza i giorni più belli da vivere”. Intanto nelle nostre chiacchiere c’è la tristezza di un noce tagliato e venduto. Lo conosciamo il suo noce stava nel cortile a sinistra della porta. Yunus aveva sei anni quando è caduto da un ramo del noce per questo ha una gamba zoppa. I buoi amano gli zoppi perché gli zoppi vanno sempre pensando hanno buon cuore perché camminano a rilento i buoi amano gli zoppi. I noci non amano gli zoppi: non possono saltare fino ai frutti non possono arrampicarsi sugli alberi e scuotere i rami i noci non amano gli zoppi. Buffa storia l’amore: quelli che non sono amati non si buttano tutti a fiume necessariamente. Gli uomini sono esseri ingegnosi. Gli uomini sanno amare senza essere amati. Buffa storia l’amore, buffa storia quella del noce e di Yunus lo Zoppo. Lasciava cadere le noci in settembre, le foglie restavano verdi fino a novembre. e quando sopra la strada di Cerkesc l’ora della preghiera del mattino arrivava scintillando i suoi rami si risvegliavano più presto delle donne. Al sole la sua ombra era famosa al vento parlava solo e Yunus tutte le mattine passava sotto i suoi rami. Pensare, per Yunus, non era una cosa sacra né un’infelicità né una felicità. E la morte era per Yunus un villaggio dal quale certo non si ritorna ma sul quale non c’è niente da pensare. Lasciava cadere le noci in settembre, le foglie restavano verdi fino a novembre le radici andavano lontano sotto la terra i rami guardavano Yunus dall’alto era talmente alto e largo che se ti sdraiavi la notte accanto al tronco non vedevi le stelle. Yunus non sapeva perché di giorno le stelle si spengono e nemmeno che la terra è tonda e gira attorno al sole. Di tutto questo siamo stati noi a parlarne e lui non è rimasto a bocca aperta. Lasciava cadere le noci in settembre, le foglie restavano verdi fino a novembre non si poteva abbracciarne il tronco tenendosi per mano in tre e Yunus tutte le mattine passava sotto i suoi rami.
Dei musulmani della Cina , dei rinoceronti col corno sul naso, dei microbi che vivono
in una goccia a migliaia
Yunus non aveva idea. Il giorno che lo imparò da noi non restò a bocca aperta. Lasciava cadere le noci in settembre, al sole la sua ombra era famosa al vento, parlava solo, le foglie restavano verdi fino a novembre.
Un giorno mentre Yunus accendeva il fuoco e ci dava l’acqua gli abbiamo detto: “Siamo i tuoi servitori, Yunus,tu sei il padrone”.
Fu allora che Yunus restò a bocca aperta. Lasciava cadere le noci in settembre al vento parlava solo era talmente alto e largo che non si poteva abbracciare dandosi la mano in tre. Se ti sdraiavi la notte accanto al tronco non vedevi le stelle la notte scorreva su lui come l’acqua le radici andavano lontano sotto la terra i rami guardavano Yunus dall’alto. “E’ pesante il lavoro al villaggio, sicuro e il corpo, te lo schiaccia. Siediti per terra e guarda da tutte le parti : chi sa in quale tana la sciagura è in agguato ti colpirà certamente, sfuggire è impossibile…” La sciagura ha colpito Yunus. “In questo mondo non abbiamo vissuto ce ne andiamo come siamo venuti. Istanbul è bellissima, m’han detto il Destino non mi ha permesso di vederla ma chi sa perché trenta case su sessanta non hanno pecore…” Yunus non aveva pecore. “La pietra che lanci non colpisce l’uccello che vuoi. Il mondo ormai va in treno. Il mondo non s’appoggia più tra le corna di un bue. Ma il bue per noi è mani e piedi è duro vendere il bue e morire a metà, senza il bue sei capace di tutto…” Il bue di Yunus fu venduto. “La fine delle strade per certo è vicina tutto quello che succede oggi è al di là della ragione. La terra è un pezzo di sapone: scivola tra le mani. Ogni creatura ha casa in qualche posto il lupo non ha casa in nessun posto quando la terra ti scivola dalle mani diventi un lupo…” La terra di Yunus gli è scivolata dalle mani. Lasciava cadere le noci in settembre le foglie restavano verdi fino a novembre al sole la sua ombra era famosa era alto e largo quanto voleva. Yunus pensa a lui di continuo più affonda e più se ne ricorda le sue radici eran lontano sotto la terra non domandava niente non esigeva niente parlava al vento tutto solo. La solitudine ha messo a terra Yunus il suo sudore è colato sulla terra di altri per paura che il suo noce sparisse di notte lo vegliava fino all’alba senza dormire. Le sue radici andavano lontano sotto la terra i suoi rami guardavano dall’alto Yunus. Di un bel noce si fanno delle mensole che si può fare di Yunus lo Zoppo? Vengono i grandi freddi, riparati se puoi del noce si fanno mensole non potrai resistere
vendi il noce, Yunus. I galantuomini non tessono il kilim per quelli che non hanno niente peggio per il noce, Yunus, peggio per te. Nei grandi freddi i lupi sono affamati del noce si fanno mensole. La ragione entra con ritardo nella testa di un turco vendi il tuo noce, Yunus. I galantuomini non tessono il kilim per quelli che non hanno niente peggio per il noce, Yunus peggio per te. Per il lupo senza capanna era una capanna del noce si fanno mensole era mezzo albero mezzo uomo vendi il tuo noce Yunus. Come un morto tutto nudo è steso sulla neve del noce si fanno mensole gli tagliarono braccia e rami vendi il tuo noce Yunus, i galantuomini non tessono il kilim per quelli che non hanno niente peggio per il noce, Yunus peggio per te. “Il mattino appartiene a qualcuno il sole non resta sempre dietro le nuvole, i giorni più belli da vivere con certezza verranno…” Intanto nelle nostre chiacchiere c’è la tristezza
Di un noce tagliato e venduto.

domenica 3 gennaio 2010

All'ombra di una vecchio melo
Eccoci a parlare, nel primo post del nuovo anno, di nuovo del melo, il Malus domestica, albero protagonista della nostra cultura e del nostro immaginario, delle numerose canzoni che alla sua ombra e bellezza sono state dedicate nel tempo . Dopo "Don't sit under the apple tree" "Non sederti sotto il melo con nessun altro, tranne me" inserita nel mese di Giugno del 2009 , stavolta nella giornata in cui Google

ha dedicato in occasione della nascita di Isaac Newton (il 4 Gennaio del 1643) un suo doodle all'albero del melo con una spettacolare animazione di una mela che cade (forse la prima volta che succede nella sua storia) e derivata dal famoso aneddoto (probabilmente solo leggenda) in cui Newton nel 1666, comprese la sua teoria sulla gravità proprio quando era seduto sotto un melo, dopo che una mela gli cadde sulla testa, inseriamo un'altra famosa canzone intitolata "In the Shade of the Old Apple Tree" "All'ombra di un vecchio melo". Scritta da Harry Williams e Egbert Van Alstyne fu pubblicata la prima volta nel 1905. Diverse sono state le orchestre e i cantanti che l'hanno portata al successo, ricordiamo Henry Burr, Judy Garland, Duke Ellington, Louis Armstrong & The Mills Brothers, Moms & Dads. Nel video che segue la vediamo nella versione del 1949 eseguita da Petula Clark e tratta dal film "Vote For Huggett", il secondo di una trilogia che vede protagonista Joe Huggett, un uomo politico che decide di candidarsi nelle locali elezioni municipali non senza ricorrere ai mezzi più disparati per vincere, come quello di cambiare il testo di una canzone popolare, talmente popolare al punto di essere stata fatta oggetto nel tempo di numerose parodie.

Questo è invece il testo del ritornello finale

In the shade of the old apple tree. Where the love in your eyes I could see.When the voice that I heard, like the song of the bird.Seem'd to whisper sweet music to me.I could hear the dull buzz of the bee.In the blossoms as you said to me.With a heart that is true, I'll be waiting for you.In the shade of the old apple tree