Sto lavorando con delle tavolette di un legno molto particolare, leggerissimo, delicato, chiaro con venture semplici e regolari : la Paulownia tomentosa, un albero che proviene dalla Cina. E mi succede quello che già sperimentai con delle carte fatte a mano, rugose, neutre, naturalmente belle, pagine che dedicai al silenzio di John Cage. Il timore di sciuparle, di offuscarne la freschezza, l'immediatezza del linguaggio mi incute un particolare rispetto ed un'attenzione minuziosa nel lavorarle. La mia natura si piega alla natura delle cose e nel raccontare qualcosa di loro racconto anche me stessa. Ogni più piccola parte di un albero è un mondo a se stante, pronto per essere scoperto ed esaltato. Il cangiante cromatismo delle foglie, le venature del legno, la rugosità della corteccia, gli anelli del suo tronco, le diverse ramificazioni, le nascoste simmetrie, i nodi. Persino quando ridotto a sottili fogli, ci mostra la sua anima, ancora si rivela a noi nella più intima bellezza. Caro albero non finirai mai di stupirci! Esperto di stagioni, sensibilissimo alle variazioni del clima tende alle bellezze del cielo con sguardi d'astronomo e sonda le viscere della terra come fosse un abile speleologo. Trae nutrimento dall'humus, dal vento, dalla pioggia e una volta sradicato inizia a viaggiare e ad esplorare il mondo. Conoscitore dalla nascita di montagne impervie, dirupi, vallate, boschi, giardini nella sua maturità discende fiumi, attraversa città, arriva ai mari. E il simbolo di una continua metamorfosi. Foglie, fiori, radici essiccate, essenze ed oli profumati, travi di sostegno, colonne portanti, tavoli per convivi, scacchiere per i nostri giochi, ed è solo un inizio. Ritornando alle tavole sulle quali sto lavorando quanti possibili racconti, suoni, colori! Spero solo di non tradirle!
(Monza 1 Luglio 2000)
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