mercoledì 13 luglio 2011

"The miracle tree"
Il pino solitario di Takata Matsubara.
Ci fa sempre molto piacere leggere articoli che riguardano gli alberi quando escono sui quotidiani italiani. Cosi è stato per la lettura del bellissimo e poetico articolo di Paolo Salom “Il Pino solitario che fa sognare il Giappone" uscito sul Corriere della Sera dell’11 Luglio 2011 (questo il link all'articolo). Peccato però, perché questo articolo, che riprende la notizia (che già aveva fatto il giro delle agenzie di stampa di mezzo mondo) del Pino solitario di Rikuzentakata, l’unico sopravvissuto in una pineta di 70.000 esemplari allo tsunami giapponese del 11 Marzo e divenuto un simbolo importante per la rinascita del Giappone, ci dia solo delle informazioni parziali, o meglio delle informazioni a metà, un bellissimo primo tempo di un film, mancante però del secondo, fondamentale per capire l’evoluzione e lo svolgimento della trama. Per questo allora che cercheremo con questo post di completare le informazioni mancanti nell’articolo, partendo da quelle di cui siamo già in possesso. La spiaggia di Takata Matsubara, si trova in Giappone a Rikuzentakata nella Prefettura di Iwate. Nel 1927 era stata selezionata tra i cento paesaggi più importanti del Giappone (chiamati Showa era) mentre nel 1940 era stata designata “Place of Scenic beauty”. Questi suoi riconoscimenti e l’afflusso continuo di turisti (solo l’anno scorso 1.04 milioni) gli derivavano dal fatto che la sua sabbia gialla e soffice si trovava a soli trecento metri da un’antica pineta, composta da migliaia di Pini (quasi 70.000) piantati 360 anni fa per combattere l’erosione della costa e proteggere dai venti marini le coltivazioni agricole all’interno, con un’estensione di quasi due chilometri. Lo tsunami dell’11 Marzo del 2011, conseguente al tremendo terremoto che ha colpito Giappone, ha distrutto tutto quello che c’era sulla costa, pineta, strade, abitazioni e si è anche mangiato centinaia di metri di spiaggia. Ora infatti “The miracle tree” l’albero del miracolo che i Giapponesi hanno chiamato “kiseki no ippon matsu" (il miracolo albero Pino solitario), l’unico che sia riuscito a sopravvivere a questa tragedia, si trova a dieci metri dall’attuale bagnasciuga e quindi in serio pericolo di vita, non solo (ma come si sottolinea nell’articolo) l’eccessiva presenza di sale nel terreno probabilmente ha creato dei seri danni all’apparato radicale del Pino , alto 10 metri e con un’età stimata tra i 270 e 280 anni, che avrebbe così poche speranze di continuare a vivere. E’a questo punto, però, che parte il secondo tempo del nostro bellissimo film, con una notizia fresca datata 14 giugno 2011 e nella quale si viene a sapere che l’Istituto “ The Forest Tree Breeding Center of the Forestry and Forest Products Research Institute” di Tsukuba, nella prefettura di Ibaraki , ha confermato la crescita di quattro piccole piantine, ottenute attraverso la tecnica dell’innesto da ramoscelli prelevati dal pino solitario di Rikuzentakata e che preserveranno il suo originale materiale genetico. I ricercatori dell’Istituto, infatti, dopo aver avuto il permesso dalla Takata Matsubara Protection Society (la società che si sta occupando di risistemare tutta l’area colpita dallo tsunami) di tentare la propagazione dell’albero simbolo attraverso la tecnica dell’innesto, il 22 Aprile di quest’anno, hanno raccolto dal Pino cento piccoli ramoscelli, della lunghezza di cinque centimetri e con gemme, che poi sono stati portati al centro dell’ufficio regionale per la crescita di Tohoku (Tohoku Regional Breeding Office) dove, dopo essere stati lavati con acqua fresca per rimuovergli il sale, sono stati innestati su 100 esemplari di Pini rossi e neri( non siamo riusciti a capire di che specie sia il pino solitario, negli articoli si parla di red pine e black pine che ipotizzando potrebbero essere Pinus resinosa Sol. Ex Aiton e Pinus thunbergii Parl. , se magari sapete qualcosa di più fatecelo sapere). Il periodo per l’innesto non era sicuramente quello giusto , però non si poteva fare altrimenti. Ora si tratterà di aspettare l’estate e l’inverno per sapere se le piantine ce la faranno a diventare grandi (in tre anni potranno diventare alberi alti 50 centimetri) ed essere ripiantate per ricreare la pineta. E se le parole del direttore dell’Istituto Takeshi Sunohara ci danno speranza : "Sarà difficile far crescere bene tutti e quattro gli alberi, noi però ci proveremo in modo che potremo trasmettere alle future generazioni non solo la memoria storica ma anche quella genetica del Pino sopravvissuto”, ancora di più ce le danno quelle di un dirigente della Sumitomo Forestry Co di Tokyo, l’importante società giapponese, anche lei scesa in campo, in collaborazione con l’Istituto di Ricerca di Tsukuba, con la sua competenza nella biotecnologia, per far crescere tessuti cellulari originali dai campioni prelevati del Pino, che ha dichiarato ci piacerebbe usare la nostra tecnologia per contribuire a far rinascere la pineta”. A completamento del tutto e “della trama del nostro film” postiamo anche il video nel quale potrete vedere il Pino solitario di Rikuzentakata. Buona visione!





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