Per San Valentino
il melograno dell'amore.
Domenica 13 febbraio 2011
ore 11.00
presso il
presso il
MUSEO NAZIONALE D’ARTE ORIENTALE
‘Giuseppe Tucci’
Via Merulana 248
Roma
in coincidenza con l’iniziativa
“INNAMORATI DELL’ARTE”
(che prevede per tutti i luoghi d’arte statali l’ingresso di due visitatori è al costo di un solo biglietto)
“INNAMORATI DELL’ARTE”
(che prevede per tutti i luoghi d’arte statali l’ingresso di due visitatori è al costo di un solo biglietto)
terrà una conferenza dal titolo
"Il grembo della natura
reso fecondo dall’amore:
introduzione all’iconologia e alla simbolica della melagrana"
«Lì tu mi ammaestrerai ed io ti darò una bevanda di vino aromatico ed il succo delle mie melagrane » (Cantico dei Cantici)
Utilizzato prevalentemente come simbolo di fecondità, il frutto del melograno è inteso anche a significare pienezza, soddisfazione, gioia e similmente piacere, diletto, letizia, gaudio, giubilo, tripudio, esultanza, ebbrezza, rapimento. Gli ulteriori contenuti simbolici della melagrana si configurano per la loro espressione all’interno di un articolato sistema polisemico vasto quanto l’ambito stesso di interazione delle principali correnti culturali, suscettibili dei diversi gradi di lettura resi possibili, anzi necessari, dall’interscambio tra l’Oriente e l’Occidente, vale a dire da quella feconda trama di dialoghi storicamente intessutasi per mezzo del millenario sistema d’attraversamento dell’Eurasia chiamato, dalla fine del sec. XIX, ‘Via della Seta’. La melagrana è il grembo fecondo della natura, la madre nutrice e portatrice dei viventi. Il riferimento alla simbolica afferente alla forza vitale generatrice è ulteriormente rafforzato dalla considerazione di come l’albero del melograno, essenza botanica sempreverde, si presti a fornire la base analogica per il concetto di vita ininterrotta, senza fine, vale a dire immortale, la descrizione dei sacri sponsali tra l’anima universale e quella individua rimandando inevitabilmente al più ampio contesto dell’impiego del simbolismo sessuale in ambito spirituale. Accostare concezioni afferenti a tradizioni religiose dissimili si rende necessario a fronte dell’opportunità di continuare a fondare radici quanto più profonde nella cultura in cui si è nati, ma allo scopo di meglio protendere i propri rami verso l’esterno e recare in tal modo auspicabilmente più frutti, primo fra i quali una migliore conoscenza della cultura d’origine che, per la troppa consuetudine, si presta a letture a volte fin troppo superficiali. Il translucido chicco della melagrana – trasparente, ma con un cuore opaco – è il sintomo definitivo dell’ambivalente dualismo ad esso intrinsecamente collegato: tanto seme della divinità che seme dell’uomo, promette in tutti e due i casi frutti gravidi di conseguenze veramente portentose.
Utilizzato prevalentemente come simbolo di fecondità, il frutto del melograno è inteso anche a significare pienezza, soddisfazione, gioia e similmente piacere, diletto, letizia, gaudio, giubilo, tripudio, esultanza, ebbrezza, rapimento. Gli ulteriori contenuti simbolici della melagrana si configurano per la loro espressione all’interno di un articolato sistema polisemico vasto quanto l’ambito stesso di interazione delle principali correnti culturali, suscettibili dei diversi gradi di lettura resi possibili, anzi necessari, dall’interscambio tra l’Oriente e l’Occidente, vale a dire da quella feconda trama di dialoghi storicamente intessutasi per mezzo del millenario sistema d’attraversamento dell’Eurasia chiamato, dalla fine del sec. XIX, ‘Via della Seta’. La melagrana è il grembo fecondo della natura, la madre nutrice e portatrice dei viventi. Il riferimento alla simbolica afferente alla forza vitale generatrice è ulteriormente rafforzato dalla considerazione di come l’albero del melograno, essenza botanica sempreverde, si presti a fornire la base analogica per il concetto di vita ininterrotta, senza fine, vale a dire immortale, la descrizione dei sacri sponsali tra l’anima universale e quella individua rimandando inevitabilmente al più ampio contesto dell’impiego del simbolismo sessuale in ambito spirituale. Accostare concezioni afferenti a tradizioni religiose dissimili si rende necessario a fronte dell’opportunità di continuare a fondare radici quanto più profonde nella cultura in cui si è nati, ma allo scopo di meglio protendere i propri rami verso l’esterno e recare in tal modo auspicabilmente più frutti, primo fra i quali una migliore conoscenza della cultura d’origine che, per la troppa consuetudine, si presta a letture a volte fin troppo superficiali. Il translucido chicco della melagrana – trasparente, ma con un cuore opaco – è il sintomo definitivo dell’ambivalente dualismo ad esso intrinsecamente collegato: tanto seme della divinità che seme dell’uomo, promette in tutti e due i casi frutti gravidi di conseguenze veramente portentose.
Info 06469748
Apertura del Museo la domenica ore 9.00-19.30
Biglietto: intero 6 euro , ridotto 3 euro.
Ingresso libero: per i cittadini italiani della Comunità Europea sotto i 18 anni e sopra i 65 anni; gli studenti universitari.
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