venerdì 28 novembre 2008

Gli Argonauti degli alberi:
gli Arbonauti
Dosso Dossi 1510 La partenze degli argonauti Washington National Gallery of Art
Gli argonauti : erano in cinquanta (49 uomini e una donna) guidati da Giasone sulla nave che si chiamava Argo. Loro scopo recuperare il vello d'oro custodito nella Colchide dal re Eete. Grazie a Medea innamorata di Giasone riescono nell'impresa intraprendendo un avventuroso viaggio di ritorno.
Gli arbonauti : per ora sono in due e presto saranno molti di più. Raffaele e Beatrice e agiscono nelle foreste dei Monti Lepini. Loro scopo come dice il loro nome è quello di viaggiare sugli alberi e attraverso gli alberi per il recupero di tradizioni antiche. Un viaggio pratico (Raffaele è un tree climber) con l'opportunità di vivere gli alberi (Tree climbing ludico e Arbo-meditazione) con proposte come quella del Tree camping del 6 gennaio ma anche spirituale e culturale.
Andate a visitare il sito illustrato con bellissime foto e le parole sagge e profonde del grande amico degli alberi san Bernardo di Clairvaux.

San Bernardo di Chiaravalle

GLI ARBONAUTI

mercoledì 26 novembre 2008

Io mi ricordo, quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla.
Come pini di Roma, la vita non li spezza...
Chi non si ricorda o non ha mai cantato le parole della canzone di Antonello Venditti "Notte prima degli esami"? E se la vita non li spezzava, ci pensano ora gli uomini con scelte spesso sbagliate e la facilità dell'azione della motosega. Tanti,troppi, sono i Pini che si stanno abbattendo in maniera ingiustificata a Roma negli ultimi tempi (gli ultimi "atterrati" si sono visti a Villa Celimontana dove una volta c'era uno spazio verde e raccolto che si chiamava Teatro di verzura che ora è invece diventato tabula rasa. Fa veramente impressione passarci...il prossimo passo sarà aprirci un centro commerciale?). Non è questo lo spazio per buttar fuoco sulla polemica (ci sono altri blog e siti) ma quello della cultura dell'albero, quella cultura antica e radicata nella tradizione popolare che un pò alla volta è andata scomparendo. L'associazione Adea amici degli alberi sta lavorando proprio per riproporre questa cultura. Ed in questa direzione che proponiamo quindi un video ricco e affascinante quello dell'Orchestra sinfonica di Torino della RAI , con Sergiu Celibidache che dirige il poema sinfonico i "Pini di Roma" di Ottorino Respighi. Una musica omaggio agli alberi simbolo della città. Invitiamo tutti gli amministratori di qualsiasi gruppo o colore a vedere e ad ascoltare questi video. Un invito che serva a ricordare a noi tutti che la bellezza e la gloria della nostra città nel mondo è anche legata alla salute e alla bellezza degli alberi che ci vivono dentro.
I Pini di Roma di Ottorino RespighiOttorino Respighi
"1879.1936
"

I pini di Villa Borghese" (Pines of the Villa Borghese)
"Pini presso una catacomba" (Pines near a catacomb)
"I pini del Gianicolo" (Pines of the Janiculum)
"I pini della Via Appia" (Pines of the Appian Way)

martedì 25 novembre 2008

La matita magica di Gabriele Genini
Segnatevi questo nome e cognome da qualche parte, magari su una agenda, sul risvolto di una camicia o sul retro del vostro libro preferito, tra qualche anno sicuramente lo potrete collegare a quello dell'artista di cui vi hanno parlato, un'artista grande ed ineffabile la cui ultima mostra assolutamente è l'evento del momento, una mostra sicuramente da non perdere. Gabriele Genini, pittore, illustratore, artista, 27 anni nato ad Osogna in Svizzera, nel libro Arboreto illustrato edito da Enzo Pifferi Editore 2006 presenta 19 disegni, ognuno per un albero diverso, a commento del testo della poetessa novantenne Sussy Errera. Disegni che umanizzano e caratterizzano gli alberi attraverso una tratto di matita tecnico, preciso e allo stesso tempo giocoso e infantile. Disegni pieni di vita e amore per gli alberi.

Betulla (Betula pubescens)

Castagno (Castanea sativa)

Per maggiori informazioni clicca sull'immagine sotto

Gabriele Genini

domenica 23 novembre 2008

Due collages di Sharon Elphick
Hanami
Autumn
Inseriamo nel blog due collages dedicati agli alberi di Sharon Elphick, artista inglese che assembla insieme immagini di vario genere.
Il suo negozio/studio si trova a Londra al 160 di Columbia Road
Questo il link alla sua pagina Instagram
Sharon Elphick


sabato 22 novembre 2008

Per chi è nostalgico per una quercia che non c'è più.
Il 3 febbraio del 1991, a Rimini,, a conclusione del XX Congresso del Partito Comunista Italiano il nuovo segretario Achille Occhetto e la maggioranza dei delegati decidono di cambiare il nome e il simbolo del partito, sostituendo la falce e martello con una quercia alla cui base rimane comunque il simbolo rimpicciolito del PCI come elemento di congiunzione alla tradizione comunista italiana. Questa ormai è Storia, una Storia conosciuta da molti. Pochi invece sanno che l'autore di questo logo che vede come protagonista un albero si chiama Bruno Magno funzionario e grafico del PCI dal 1972 che da solo con la sua fantasia creativa ha creato un logo che vede protagonista una albero e che albero, il re degli alberi: la quercia. Bruno Magno dopo aver ricevuto l'invito del giovane Walter Veltroni a utilizzare come simbolo per il nuovo partito un albero, ha lavorato in silenzio per tre mesi in segreto assoluto per creare un logo che avesse al suo centro un albero generico. In realtà Magno non ha disegnato una quercia ma un albero generico che poi da tutti e soprattutto dal segretario Achille Occhetto è stato visto come una quercia e quindi poi il simbolo che ha dato il nome al partito. Erano quelli altri tempi quando gli alberi erano protagonisti della vita sociale e culturale italiana. La quercia grazie alla sua forza, imponenza ed ombra stava a significare la grandezza e la robustezza ( il nome botanico della Farnia è Quercus robur) del partito che stava nascendo. Un partito che con radici profonde nel passato e la sua chioma verde e robusta verso il cielo puntava finalmente a governare l'Italia.






mercoledì 19 novembre 2008

Il bosco d'amore di Renato Guttuso
Ancora boschi e alberi stavolta visti attraverso il pennello di una grande della pittura italiana. Un quadro di grandi dimensioni che potete osservare dal vivo al
Riportiamo anche dei brani della recensione del quadro fatta da Cesare Brandi sul Corriere della Sera del 17 Settembre 1984
Il Paradiso terrestre visto da un pagano
Un prato come un lago d'amore, grandi alberi dai tronchi muscolosi, a volte coperti d'edera, un tetto di fogliami assai verdi, e coppie di giovani nudi, giovani adolescenti, di una nudità linda e stranamente casta, in atti d'amore timido, in atti come vestiti rispetto alla loro acerba nudità.....Circola un'aria sottile, una luce quasi d'acquario, sembra d'udire una musica in sottofondo, o forse di uccelli lontani; il tono è quello di una frescura di montagna, con quel verde che da tutti i lati riscoppia e dilaga, con quella luce mattutina o serotina, ma comunque serena, piena di gioventù e di incipiente affetto, in quei gesti moderati, in quei corpi quasi senza pelurie, usciti appena dalla doccia e dall'infanzia....la contrapposizione di corpi nudi e chiari ai fusti scuri degli alberi è un "topos" di grandi quadri mitologici, la Primavera del Botticelli, il Festino degli Dei di Giovanni Bellini: così, quasi a passi felpati, la grande tradizione classica si espande in questo quadro senza tempo, se non quello della gioventù, senz'ombra se non quella che contiene la luce, e senza dolore, se non quanto ne prospetta il futuro anche il più felice... E poi c'è pure quella trama musicale indistinta, lo stormire lieve della Pastora­le, le grandi linee tematiche di Vivaldi; insomma un quadro che si guarda e si ascolta, ma tendendo l'orecchio dentro di sé, come ascoltando la propria lon­tana infanzia, lo svegliarsi del corpo adolescente, quando la voce, nel cambiamento di registro, stecca, quando i primi fortori del sesso sobbollono e nella compagna di scuola s'affaccia l'amante...Questo, o mi sbaglio, è il Bosco d'amore che Guttuso ha lungamente dipinto — il quadro è grandissimo — con una pittura fresca, neppure tanto rifinita, ma fresca appunto, come se non dovesse mai seccarsi, e quell'umidore che è nell'aria rimanere nel colore, giovane anch'esso appena munto. Ma non c'è neppure compiacimento, né un ambiguo corteggiamento ai giovani, che sono là, come le chiocciole sull'erba, come i grilli, le lucertole. Certo, c'è anche il serpente, e forse la prima coppia è la prima coppia umana e questo rinfocola il Paradiso terrestre, ma, a dire il vero, bisogna fare uno sforzo per accorgersene, perché il senso di questo Bosco d'amore non è biblico, ma ad un passo dalla classicità delle Georgiche e delle Ecloghe, degli Idilli, anche di quelli del Leopardi, che pure sono così poco idilli. Quel che circola in questo quadro, dove un solo colore, il verde, è brillante, è una nostalgia quieta d'amore, come un sapore lontano d'una volta sola, un profumo che si respirò in una notte, in Asia Minore, e non si decifrava come fosse e quasi se ne sarebbe voluto morire... Così Guttuso riesce a creare una favola senza favola, o con quello che è una favola ogni giorno, per chi intende la poesia, e allora un prato, gli alberi, uno spicchio di cielo fra le fronde e quelle fronde come un tetto....I milanesi, che vedranno per primi tra breve questo quadro in una mostra a Palazzo Reale, a metà ottobre, dovranno apprezzare come fiorisca il nord lombardo in un siciliano, che ha per sangue la lava dell'Etna, e che riesce a creare giardini arabi con le querce e le betulle, i castagni e gli abeti neri come l'inchiostro.

lunedì 17 novembre 2008

Due spot pubblicitari della Bartleboglehegarty (BBH) di Londra dedicati agli alberi

La Bartleboglehegarty (BBH) è un agenzia di pubblicità inglese che si trova a Londra famosa per spot molto creativi. Andate sul suo sito è guardate (sotto la voce Highlights) anche gli altri .
Ne abbiamo scelti due dedicati agli alberi.
Nel primo (realizzato per la Johnny Walker)
si realizza un sogno quello di vedere gli alberi che camminano,
un sogno che ricorda Gesù che incontra il cieco di Betsaida. Così dice il Vangelo di San Marco:
Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo. Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quegli, alzando gli occhi, disse: «Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano».



Nel secondo (realizzato per la Omo) invece sotto lo slogan "Dirt is good" si parla del recupero della terra e del diritto di sporcarsi ."Every child has the right to be a child" Ogni bambino ha il diritto di essere un bambino.


domenica 16 novembre 2008

Il bosco magico dei Treehugger

E' il lunedì di pasquetta in una foresta di pini, il Parco Nazionale del Vesuvio, una strana attrazione succede tra gli alberi e un gruppo di giovani. Alberi parlanti che ripetono assieme “Body,body,body,body” e poi magicamente producono un incantesimo che porta i ragazzi ad abbracciare e rimanere attaccati agli alberi. Questa la trama del film corto (durata 8 minuti) "L'Albero" di Nunzio Avino del 2003, girato con attori non professionisti, tutti rigorosamente napoletani. Cosa succederà e cosa minaccerà il gruppo di ragazzi? Chiaramente non possiamo svelare il finale. Un film privo di contenuti, ma divertente, caratterizzato dalla colonna sonora degli Beastie Boys con - Body Movin' (Fatboy Slim Remix) . Un film che può servire ad avvicinare la cura e la conoscenza degli alberi ai giovani. Giovani (non tutti fortunatamente) distratti da stimoli ed attività tecnologiche (tv, videogames,etc,etc) che ne sembrano essere distanti. Un’occasione per sperimentare cosa vuol dire essere “tree hugger” (chi abbraccia gli alberi) e ancora meglio “treesnuggler” (chi coccola gli alberi). Un ultimo consiglio : se volete diventare treehugger evitate i pini( o comunque fate attenzione) , per due semplici motivi : la resina sui tronchi ed eventuali passaggi di processionaria. Buona visione e buon divertimento e why not? Perchè non programmare in primavera una visita allo stupendo Parco Nazionale del Vesuvio?

I colori degli Aceri
In una bellissima giornata scaldata da un sole autunnale e caratterizzata da una grande partecipazione, interesse e meraviglia ha destato la visita di Domenica 2 Novembre alla collezione di aceri di Alessandro Biagioli , (grazie Alessandro!) a Borgo Quinzio.


Una visita che ripeteremo in periodo primaverile per osservare gli aceri con altri colori . Riceviamo e pubblichiamo una foto eterea e colorata, scattata durante la visita dal nostro socio Marco Casini,
una foto che sembra fermare l'essenza degli aceri nel loro fondersi con il cielo.

I colori degli aceri. Foto di Marco Casini

giovedì 13 novembre 2008

Gli alberi di Isabella Bai

"The big palm" olio su tela cm 101x76
Isabella Bai vive e lavora a Gavirate, in provincia di Varese. Dopo gli anni della giovinezza trascorsi a Roma, ha vissuto molti anni a Milano, dove ha completato la sua formazione artistica alla Nuova Accademia di Belle Arti, sotto la guida di Luigi Veronesi, Emilio Tadini e Walter Valentini.Ha iniziato la sua attività artistica come muralista, decorando residenze private ed edifici pubblici sia in Italia che all'estero. In Oregon (U.S.A.) ha realizzato la decorazione interna di uno yacht per i prestigiosi cantieri Christensen. Dai suoi lunghi soggiorni in Australia, a contatto con la sua incontaminata natura, catturata dalla luce straordinaria di quei luoghi, ha tratto l'ispirazione per le opere su tela che esposte nella mostra
Il mio sguardo sulla natura

che si è svolta dal 23 Novembre al 20 Dicembre 2007 presso

la Galleria Tartaglia Arte di Roma Isabella Bai

Questo il video dell'inaugurazione




lunedì 3 novembre 2008

L'albero degli Spaghetti
la nuova risorsa per le alberate cittadine.





Indubbiamente un tale tipo di albero cambierebbe l'attuale politica degli alberi in città. Ci sarebbe sicuramente piu cura, manutenzione e maggiori sarebbero anche gli investimenti da concentrare in tal senso. Pasta fresca direttamente dall'albero e pronta per essere cotta (anche se con il piombo presente nell'aria di città non sarebbe certo l'ideale). Peccato però che il video è solo un pesce d'Aprile realizzato nel 1957 dalla BBC Svizzera. Un video che entrato nella storia della Televisione.

Esiste invece l'Albero delle Salsicce

Strane meraviglie produce la natura.

sabato 1 novembre 2008

La poesia dei colori
degli alberi di Dan Baumbach
Cottonwood Trunks, Tronchi di (Populus nigra) Eastern Sierras
"So per esperienza che al centro del nostro essere noi siamo pace e amore, e l'arte può focalizzarci a raggiungere quel centro. Parte del progetto del mio lavoro è fotografare gli spazi aperti che circondano la città dove vivo : Fairfax in California . I paesaggi non sono grandi e drammatici come le montagne o gli oceani ma io sono felice di esplorarli e viverli con gioia, sorpresa e mistero. Spero che le mie immagini possano contribuire alla vostra pace e felicità "

Dan Baumbach
fotografo americano che vive a Fairfax in California. Guarda i suoi alberi ricchi di colori ed emozioni cliccando sulla sua immagine.