che si è svolto domenica 26 ottobre 2008 a Faleria (Viterbo)
L'ombrello rosso 2005
Questi alcuni motivi sul perché fotografare alberi. : per documentare (una volta esistevano gli illustratori ora i fotografi); per far scaturire un emozione ; per un senso estetico, gli alberi sono belli. Ce ne sono altri?
Credo che, all'interno delle motivazioni che tu hai elencato si trovino anche tutte le altre non esplicitamente indicate. Faccio un semplice esempio. Gli alberi sono belli! Una affermazione di sicuro valore. Ma questa bellezza si può, fotograficamente. scoprire e registrare in una ricerca formale sull'intera figura dell'albero, magari perfettamente ambientata nello spazio circostante, oppure nel dettaglio della sua corteccia, nelle venature di una foglia. Riguardo alla documentazione strettamente intesa io credo che gli illustratori di una volta fossero assai più efficaci nel ritrarre dettagli e particolari d'interesse scientifico.
Vedere e osservare gli alberi è una pratica che provoca sempre nuove scoperte, succede la stessa cosa per chi li fotografa? La risposta in questo caso può essere legata alla sensibilità individuale. E' più emozionante fotografare uno splendido baobab nella savana o il felino che ci sta accovacciato sopra? Credo che spesso abbiamo l'errata percezione degli alberi come esseri viventi di serie b. Questo perché le interazioni che si sviluppano sono meno immediate e più sottili, giocando ad un livello di coscienza assai più profondo. Personalmente posso dire che l'emozione davanti ad un albero monumentale è molto forte ma si esplica su piani assai differenti rispetto all'interazione con esseri capaci di movimento autonomo, esseri che emettono suoni e apparentemente ci corrispondono in modo più diretto.
Inesorabile la città avanza 2005
La fotografia grazie agli obiettivi macro può fare scoprire elementi che nella realtà solitamente non si vedono, la si può considerare un "superocchio che porta nuove conoscenze"?
Senza dubbio la risposta è affermativa. Le ottiche macro e la fotografia scientifica aprono le porte di universi meravigliosi che il nostro occhio non può vedere. Le nuove conoscenze a mio parere possono essere di tipo strettamente cognitivo: posso studiare particolari e strutture attraverso l'ausilio di questi strumenti. Tuttavia, estrapolando l'aspetto meramente tecnico e scientifico, la vista su questo micro universo apre le porte anche a considerazioni di tipo filosofico e morale. Una per tutte la considerazione che l'ordine geometrico dell'universo si ripete nella sua perfezione partendo dalle mega strutture fino all'infinitamente piccolo delle particelle atomiche. Un sistema solare non è molto diverso da un atomo e la sua corte di elettroni!
Fotografare gli alberi può contribuire a proteggerli e a salvarli? O nel caso di alberi storici e monumentali a lasciare una memoria (come succede con gli umani nei cimiteri) della loro presenza su questa terra? La divulgazione, la cultura, l'educazione possono servire a dare una mano agli alberi facendo crescere la consapevolezza degli uomini. Sono convinto che la fotografia possa contribuire a tutto questo, Ma per far germogliare in un bambino la cultura del rispetto non può bastare mostrargli una bella foto di un grande albero. Occorre portarlo all'albero. Occorre che senta le asperità della sua corteccia, che possa apprezzare la frescura della sua ombra, il canto del vento fra le foglie... Solo dopo queste esperienze sul campo una bella foto potrà richiamare in lui queste positive sensazioni. Insomma, non illudiamoci che una foto meravigliosa possa far scaturire amore e consapevolezza! Invece una foto può di certo costituire un patrimonio di memoria storica... ma cerchiamo per quanto possibile di allungare la presenza e la vita dei grandi alberi sul nostro mondo.
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