E' uscito il 3 marzo di quest'anno in Francia (ma non ancora in Italia) il film "L'Arbre et la Forêt" dei due registi Olivier Ducastel e Jacques Martineau con protagonisti Guy Marchand e Francoise Fabian. Oltre ai due bravissimi attori francesi è protagonista della storia un albero (sembrerebbe una splendida quercia centenaria) piantata in un'occasione particolare dal protagonista Frederick Muller, un taciturno silvicultore e appassionato di Wagner, che nasconde nell'ammirazione e amore per quest'albero da più di cinquant'anni un suo inconfessabile segreto. Questo film che ha ricevuto il premio Jean Vigo nel 2009 e già ha partecipato a diversi festival in Italia ( anche al Festival di Berlino di quest'anno nella sezione Panorama) è tratto dal libro autobiografico "Moi, Pierre Seel, déporté homosexuel". Postiamo il suo trailer in francese sperando che presto possa uscire nelle sale italiane. Questa la trama :
" Frédérick Muller è un tranquillo silvicultore alsaziano che per sessant’anni si è occupato di coltivare e accudire la foresta , composta da migliaia di ettari, patrimonio della sua famiglia. Ma uno di questi alberi, il più solenne, il più alto, il più solido, rappresenta il segreto, il grande segreto di Frédérick. Quando Frédérick era ventenne, la Francia era occupata dai nazisti nel 1943 viene internato nel campo di concentramento di Schirmeck in Alsazia, non però per il suo pensiero politico, come la tradizione della sua famiglia tramanda da più di cinquant'anni, ma per il fatto di essere omosessuale e per le applicazioni che le autorità francesi applicano nei confronti degli omosessuali riprendendo il paragrafo 175 del codice penale tedesco sulle discriminazioni e le deportazioni degli omosessuali. La ragione della sua deportazione rimane quindi segreta. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Frédérick, terrorizzato da quanto aveva vissuto, vuole solo dimenticare e costruirsi una nuova vita. Sceglie così di sposarsi e costruirsi una famiglia. Alla morte del figlio maggiore Carlo, che conosceva la verità, però, non partecipa al suo funerale ma preferisce andare a trovare il suo albero. E a questo punto che nella famiglia, con abili colpi di scena dei registi Ducastel e Martineau, scatta la sua confessione..."
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