Venerdì 13 Novembre 1998. Dieci anni sono passati da quando Christo e sua moglie Jeanne Claude iniziarono ad impacchettare 178 alberi (oramai in fase di riposo vegetativo e senza foglie) utilizzando 55,000 metri quadri di tessuto poliestere (utilizzato ogni anno in Giappone per proteggere gli alberi dal gelo e dalla neve) e 23.1 kilometri di spago. Tutto questo si svolse per dieci giorni a Riehen in Svizzera presso il Berower Park della Fondation Beyler. Non era la prima volta che lo facevano e il progetto "Wrapped trees" si svolse nell'arco di diversi anni coinvolgendo numerosi spazi e città. Questa la foto, e il link al sito dove poterne vedere altre e un articolo di Renato Barilli uscito sul Corriere della Sera del 12 marzo 2001.
Wrapped trees
Operazione alberi incappucciati
Circa 40 anni fa il bulgaro Christo Javacheff giungeva a Parigi, poco più che ventenne, vi incontrava la donna della sua vita, Jeanne-Claude, e vi maturava l' idea centrale della sua carriera: impacchettare gli oggetti con fogli di plastica. Poteva sembrare una trovata da poco, invece Christo l' ha saputa arricchire negli anni, portandola fino a proporzioni monumentali, a gradi di sviluppo estremo, accostandole altre invenzioni analoghe, come quella di erigere enormi barriere di chiusura. La mostra bresciana raccoglie disegni e foto relativi all' operazione Wrapped trees, eseguita da Christo nel ' 98 nei pressi di Basilea: ben 178 alberi incappucciati, così da dar luogo a una vegetazione tanto gigantesca quanto aberrante, come di funghi maligni creati in serra o di strane ibridazioni in cui il perverso talento umano si insinua nel codice genetico della natura piegandolo ai propri fini. Nasce, così, una colluttazione fra i due termini opposti; e riesce difficile dire se sia la natura a trionfare malgrado tutto, imponendo un senso di fioritura, di corolle espanse, o se la deviazione voluta dall' uomo e dall' arte abbia partita vinta.
Renato Barilli
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