In un periodo nel quale la distanza tra naturale e artificiale diventa ogni giorno più marcata, in particolare nelle grandi città, quando si parla di un albero che caratterizza il paesaggio italiano, il Pino , Pinus pinea, o pino italico appunto, capita di sentire (anche dalla voce di qualificati tecnici del verde urbano) che trattasi di albero da rimuovere ( oppure potare sconsideratamente fino a fargli assumere delle forme a pennacchio) dalle città italiane perchè poco sicuro. Non vogliamo qui e oggi entrare nel merito di questa polemica (lo faremo sicuramente in altro luogo e tempo) ma soltanto tessere l'elogio del suo antico e prezioso seme: il pinolo che oltre ad essere, sin dai tempi dei Romani, ingrediente fondamentale di dolci e ricette italiane (vedi il pesto o la pinolata) è stato l'ispiratore del più famoso romanzo italiano per bambini ovvero " Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino"scritto nel 1881 da Carlo Collodi, pseudonimo dello scritore Carlo Lorenzini, a Firenze e pubblicato nel 1883 (nella foto vediamo la copertina di un'edizione per la Bemporad di Firenze del 1935). Leggiamo infatti dal Vocabolario della Lingua Italiana già compilato dagli Accademici della Crusca del 1838 che : "pinocchio è il seme del pino chiuso in guscio, o nocciolo, detto parimente pinocchio, finchè ha in se il pinocchio." Ancora oggi, poi, diverse sono le sagre del pinolo che si svolgono in tutta Italia (ricordiamo tra tutte quella di San Piero a Grado in provincia di Pisa). Vi invitiamo quindi a fare un viaggio nel Museo Virtuale del Pinolo, un sito realizzato dal "C.I.R.A.A.-Centro interdipartimentale di ricerche agro-ambientali Enrico Avanzi" dell'Università di Pisa , ricco di spunti e informazioni che attestano il pregio e l'antica presenza nella cultura italiana del Pinus pinea e del suo seme pregiato. Per iniziare la lettura, cliccate sull'immagine seguente.
venerdì 4 marzo 2011
Le avventure di un pinocchio.
Il museo virtuale del Pinolo.
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